Il co-branding fa risparmiare denaro nel marketing?

Il co-branding prevede che due entità aziendali separate uniscano le forze per offrire un prodotto o un servizio che sfrutti entrambi i marchi. L’alleanza tra Ford e il gigante dell’abbigliamento outdoor Eddie Bauer è un eccellente esempio di co-branding che lavora per elevare il profilo dell’F-150 di Ford e portare il marchio Eddie Bauer di fronte a potenziali clienti. La strategia di co-branding offre anche potenziali risparmi sui costi di marketing.

Riduzione dei costi diretti

Il co-branding consente alle aziende di risparmiare denaro nel marketing distribuendo i costi diretti tra i budget di marketing di entrambe le aziende. Il lancio di un prodotto o servizio simile da parte di uno dei due marchi richiederebbe comunque uno sforzo di marketing di dimensioni simili per ottenere gli stessi risultati, ma con un’unica azienda che si assume tutti i costi. L’esatta distribuzione dei costi potrebbe non ridursi a una suddivisione 50-50, ma le aziende dovrebbero accontentarsi di una ripartizione specifica dei costi prima di sviluppare qualsiasi materiale di marketing per proteggere entrambe le parti.

Costi di acquisizione del cliente

Secondo la società di analisi di marketing KISSmetrics, i costi di acquisizione dei clienti tendono ad essere elevati, fino a sette volte di più della fidelizzazione dei clienti. Le ragioni dell’elevato costo di acquisizione abbracciano una serie di preoccupazioni, come la generazione di lead e i tassi di conversione, ma spesso implicano sforzi di marketing mirati a utenti finali inappropriati. Il co-branding può risolvere molti di questi problemi contemporaneamente. Un buon partner di co-branding dovrebbe già servire un mercato che mostrerebbe interesse per il tuo prodotto, rendendo i suoi clienti buoni contatti per la tua attività. I loro clienti già conoscono, apprezzano e si fidano di loro, fattori chiave nell’acquisizione dei clienti e la tua azienda può prendere in prestito questa credibilità per aumentare la conversione.

Buona volontà

La maggior parte degli accordi di co-branding coinvolge due o più attività a scopo di lucro. Un approccio alternativo, il co-branding filantropico tra organizzazioni a scopo di lucro e organizzazioni di beneficenza, può aiutare a migliorare la buona volontà pubblica nei confronti di un’azienda. In quanto immateriale di marketing, l’avviamento non fornisce una riduzione diretta dei costi, ma può facilitare la conversione dei clienti aiutando i consumatori ad apprezzare il partner a scopo di lucro. Una conversione migliorata può migliorare direttamente i profitti complessivi.

Considerazioni

Il co-branding ha il potenziale per ridurre i costi, ma non tutte le opportunità di co-branding garantiscono il successo. Le aziende con valori o culture aziendali molto diverse possono sembrare adatte in termini di offerte di prodotti, ma scoprono di non riuscire a raggiungere un consenso sulla strategia. Ciò crea costi significativi in ​​termini di ore di lavoro e revisioni persistenti dei materiali di marketing che non soddisfano nessuno. Le aziende che si affrettano a intraprendere uno sforzo di co-branding potrebbero scoprire di servire mercati divergenti con un interesse minimo per i marchi, il che trasforma l’intero processo in una perdita finanziaria.